L’organizzazione della chiesa luterana Lutero si preoccupò di distinguere la sua battaglia religiosa dalla violenza dei sediziosi: condannò la rivolta dei contadini, contribuì a ridare decoro agli oggetti sacri, denunciò chi interpretava il sacerdozio universale come il diritto a credersi guidati dallo Spirito Santo. Lutero, convinto che la vera chiesa fosse l’invisibile comunione dei credenti, affermò che la vita delle chiese dovesse essere amministrata dai principi, pur negando che lo stato potesse occuparsi di materie di fede. I principi non esitarono a far uso di questi poteri, come nazionalizzare i loro beni.
Il movimento anabattista ‐ Zwingli e la chiesa riformata di Zurigo ‐ Accanto alla Riforma di Lutero comparvero numerosi movimenti religiosi con caratteri assai diversi, alcuni accomunati dalla negazione del valore del battesimo impartito ai bambini, chiamati quindi anabattisti. Non stavano alle dipendenze di nessun principe, condannavano il controllo dello stato sulla Chiesa e consideravano diabolica ogni istituzione civile e politica. Riconoscevano solo la legge enunciata dalle Sacre Scritture, andando contro anche alla proprietà privata. In poco tempo gli anabattisti, dopo un primo rapido sviluppo, furono soppressi. ‐ A Zurigo, a causa di alcuni riformatori, tra cui Zwingli, ispirati dalle idee luterane, venne abolita la messa. La teologia di Zwingli negava qualsiasi oggetto sacro e gli stessi sacramenti. In particolare negava la presenza reale di Cristo nell’eucarestia, e con ciò si separava nettamente da Lutero.
L’azione di Giovanni Calvino a Ginevra Giovanni Calvino dopo aver studiato all’università d’Orleans si trasferì a Parigi, per studiare lettere classiche. Francesco I cercò di impedire che le idee della Riforma entrassero nell’università di Parigi, così Calvino si trasferì a Ginevra. Ginevra, come altre città tedesche, era soggetta all’autorità del su vescovo. Per qualche tempo i Savoia imposero la loro sovranità e a decisero chi porre al vescovado:, i riformatori e i ceti mercantili si unirono quindi contro la messa, le istituzioni ecclesiastiche e i vescovi. Nel 1533 venne espulso il vescovo (nuovo governo basato su consigli elettivi), e, grazie all’alleanza con Berna, si liberò dei Savoia. Venne creata in forma repubblicana (per alzata di mano) la chiesa ginevrina, che diverrà un modello per le future chiese calviniste.
La teologia di Calvino: Nel 1536/41 Calvino pubblicò il suo trattato (scritto sia in latino che francese) “Institutio christianae religioni”: ‐ Calvino basò la Riforma sul principio della superiorità della fede sulle opere, che lo avvicinava molto a Zwingli e Lutero, portandolo anche alla negazione dei sacramenti, dell’eucarestia, e della presenza reale del corpo e del sangue di Cristo in pane e nel vino. ‐ Solo Dio dona la fede, ma non a tutti, e il perché di questa scelta rimaneva ignoto: alcuni sono destinati alla salvezza altri alla dannazione. ‐ Il calvinista desidera cambiare radicalmente il comportamento proprio e degli altri individui, ed ogni sua opera buona è opera di Dio, ed egli è solo uno strumento nelle sue mani. ‐ Il lavoro produttivo era un modo per glorificare Dio, diventando una forma di preghiera: lo scopo ultimo dell’arricchimento era malvagio. La religione diventava così il principio del governo di se stessi non solo nel momento della fede ma nel comportamento di tutti i giorni.
Il ruolo dell’autorità civile nella condanna calvinista Calvino, contrariamente a Lutero, affermava che la vita religiosa deve improntare la stessa comunità civile e non restare chiusa nella sfera di coscienza. Le istituzioni dovevano essere a servizio di una società rigidamente morale e religiosa. Lo stato avrebbe dovuto ricevere regole dalla Chiesa. Nella comunità calvinista le autorità cittadine dovevano collaborare con il concistoro4 per controllare la purezza della fede e dei costumi.
Le aree di diffusione delle religioni riformate A partire dal 1541 la Riforma si presentava dunque con due anime: Luteranesimo: Germania e regni scandinavi. Calvinismo: Paesi Bassi, Francia e Svizzera. Il calvinismo sembrò destinato ad essere quello prevalente.
La chiesa nazionale inglese :Nel 1527 Enrico VIII chiese al papa l’annullamento del proprio matrimonio con quella che era la zia di Carlo V, ma egli rifiutò, così egli ricorse al parlamento. Enrico così cominciò ad impadronirsi della chiesa inglese, nazionalizzando i suoi beni, trasformando i vescovi in funzionari e abolendo i monasteri. Infine, con l’Atto di supremazia (1534), divenne il solo capo della chiesa nazionale (anglicana).