La struttura morale del Purgatorio segue la classificazione tomistica dei vizi dell’amore mal diretto, e non fa più riferimento a singole colpe. Esso è suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia e prodigalità, gola, lussuria. A questa struttura fanno da cornice, in apertura, l’Antipurgatorio, e in chiusura il Paradiso terrestre. Costruito specularmente all’Inferno, inteso quindi non più come voragine ma come montagna, anche l’ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve (ancora una volta la lussuria, ovvero l’amore mal diretto). Ogni cornice ha un custode angelico, e precisamente gli angeli dell’umiltà, della misericordia, della pace, della sollecitudine, della giustiza,dell’astinenza e della castità. Giunto alle soglie del Paradiso terrestre, Virgilio deve abbandonare il Poeta; alla guida di Dante si pone il poeta latino Stazio, che lo condurrà nel giardino celeste, dove lo accoglierà Matelda, a sua volta anticipazione dell’apparizione di Beatrice. Il Paradiso terrestre è una foresta rigogliosa, antitesi della Selva oscura. In essa scorrono i due fiumi Lete ed Eunoè: il primo ha la funzione di cancellare la memoria del male, il secondo quella di riaccendere la memoria del bene.
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