Parafrasi:
Ti paragono a un giorno d’estate?
Tu sei più incantevole e più mite.
Violenti venti scuotono i cari germogli di maggio,
E la durata dell’estate ha una scadenza troppo breve.
A volte troppo caldo l’occhio del cielo splende,
E spesso la sua dorata carnagione è oscurata;
Ed ogni bellezza dalla bellezza qualche volta declina,
Per caso, o dal mutevole corso della natura privata d’ornamenti;
Ma la tua eterna estate non morirà
Né perderai possesso di quella bellezza che ti distingue;
Fino a quando gli uomini possono respirare o gli occhi vedere,
Fino a quando vive questo, e da questo vita a te.
Commento:
Il poeta si chiede se possa paragonare il proprio amico ad un giorno d’estate, ma si rende conto che questo è più amabile, la sua dolcezza dura più dell’estate in sè, poichè giornata estiva si trova ad essere carente in molti aspetti che dopo un breve tempo muore con l’autunno. Ogni bellezza è destinata a scomparire e a morire, o per la sorte o per il ciclo naturale: ma il suo amico, paragonato ad una estate eterna, non scomparirà né perderà la sua bellezza né vagherà nell’ombra della morte, poiché la poesia, immortale, gli donerà vita fino a quando gli uomini possono respirare o gli occhi possono vedere, fino a quando vive questo sonetto e questo da vita a te.
Analisi:
La figura retorica più importante è presente al verso 5, in cui il poeta dice “l’occhio del cielo” per indicare il sole.