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“Ripenso al tuo sorriso” – Parafrasi e Analisi – Eugenio Montale

Parafrasi

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida

scorta per avventura1 tra le petraie d’un greto,

esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;

e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,

se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,

o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua

e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie

sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,

e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia

schietto come la cima d’una giovinetta palma

Analisi

La poesia fa parte della raccolta Ossi di Seppia che comprende le liriche scritte a partire dal 1916 . Nel testo programmatico “ I limoni” Montale esprime il suo desiderio di aderire alle cose, alla realtà quotidiana nella speranza di cogliere la natura in fallo per svelare il suo segreto. Il poeta di conseguenza si allontana dall’atmosfera astratta e rarefatta dei poeti laureati popolata di nomi altisonanti e privi di referenti oggettivi per scegliere di chiamare le cose con il loro nome, investigando la realtà quasi con sguardo scientifico e rivolgendo particolare attenzione ai nomi delle piante come “ellera”. Filo conduttore della lirica è il tema della memoria; il poeta ricorda un suo amico e quest’ immagine si rivela consolatoria, come lo scorgere l’acqua in un paesaggio arido e petroso, come il colore acceso e la vitalità di una giovane palma nel grigiore intorno. La rimembranza, quindi, come ancora di salvataggio in un oceano di sconforto, come fiamma che riscalda il cuore e speranza per il futuro che però rischia in continuazione di essere compromessa dallo scorrere del tempo. Il paesaggio arido e brullo è sullo sfondo di tutta la racconta e diventa metafora di un’esistenza consumata e disillusa in cui i soli sprazzi di luce sono dati dagli sguardi rivolti al passato che rimandano a un periodo non ancora in bianco e nero. In realtà il poeta si mostra confuso; non sa dire se il volto amico sia ancora quello ingenuo d’un tempo, sgombro da ogni preoccupazione, o se anche lui abbia incontrato il “male di vivere” e lo portì con se come un talismano. Il tema del talismano verrà approfondito in un secondo momento della poetica montaliana, nella “Bufera e altro”. L’oggetto-talismano ha il compito di mediare il rapporto tra il sensibile e l’inconoscibile per esorcizzare il male in modo superstizioso. In “Ripenso al tuo sorriso” è il dolore stesso che si trasforma in talismano quasi come fosse uno scudo per schermare una sofferenza ulteriore, quasi come fosse la parola chiave che si conosce già per entrare nel mondo reale. Se l’interlocutore di molte delle poesie montaliane è una donna amata di cui lui vuole conservare il ricordo invocando la pietà del tempo, in questa lirica il poeta genovese si rivolge a un personaggio maschile appellandosi a lui con l’aggettivo “lontano”. Il tema dell’amicizia è spesso trascurato in poesia, scalzato spesso da inni all’amore, ma può può rivelare una profondità , come in questo caso, che non ha nulla da invidiare al sentimento amoroso. L’amico gli da serenità, gli regala un attimo di sollievo dai suoi turbamenti, è come un’oasi che permette al poeta di refrigerarsi e ammirare il cielo sereno. Questa lirica si compone di quattro quartine di versi liberi che dimostrano la facilità con cui Montale si muove nel verso pur rimanendo fedele a una strofa di tipo tradizionale senza tradire mai il suo rigore formale”.

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