Una notte, verso la fine d’agosto del 1630, proprio nel colmo della peste, don Rodrigo, tornando a casa da una festa con tre amici suoi e il Griso, inizia ad avvertire uno strano malessere. Arrivato a casa, se ne va a letto e tenta di dormire, ma ma cade in preda a un terribile incubo : si trova in una chiesa in mezzo a decine di appestati che lo stringono e lo spingono in modo da non farlo scappare; sente un dolore tra l’ascella e il cuore e mentre cerca di impugnare la spada vede apparire Fra Cristoforo. Sembra che il frate fissi lo sguardo proprio su di lui e alzi con gesto minaccioso una mano. A quel punto Don Rodrigo si sveglia urlando e tutti i personaggi dell’incubo svaniscono tranne il dolore : quando va a vedere trova un livido bubbone pestilenziale. Chiede aiuto al Griso perché chiami un chirurgo di fiducia: il Griso chiama invece i monatti che lo portano al lazzaretto. Ma prima del padrone muore di peste anche il Griso. Anche Renzo si ammala di peste, ma guarendo, decide di andare a cercare Lucia. Nessuno in tanta confusione si curerà di lui e dei suoi conti con la Giustizia. Salutato il cugino Bortolo, riattraversa l’Adda e si affaccia al suo paese. Dovunque imperano i segni della morte, dell’abbandono, della sofferenza. Verso sera arriva al suo paese e per primo incontra Tonio, seminudo, inebetito dalla peste. Invano Renzo gli parla, ma Tonio non lo riconosce. Incontra dopo don Abbondio che ha perduto Perpetua: è mal messo ma si preoccupa della presenza di Renzo per lui fonte di guai. Renzo apprende che Agnese è a Pasturo. Per la notte trova rifugio in casa di un amico. L’indomani decide di recarsi a Milano in cerca di Lucia.
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