Luogo: IV cerchio: avari e prodighi -V cerchio: iracondi e accidiosi
Per placare l’ira di Pluto il custode del cerchio che cerca di intimorirli pronunciando parole misteriose, Virgilio invoca ancora una volta la volontà divina che permette a Dante, persona viva, di attraversare il regno dei morti. Lungo il perimetro del quarto cerchio si fronteggiano due schiere di dannati, i prodighi e gli avari, che spingono con il petto dei massi enormi e si rinfacciano gli opposti peccati. In risposta a una domanda di Dante, Virgilio illustra la natura e le funzioni della Fortuna, forza preposta da Dio alla ripartizione dei beni materiali fra gli uomini, e contro le cui disposizioni peccano sia i prodighi, sia gli avari. Quindi i due scendono nel quinto cerchio, invaso dal fiume Stige entro le cui acque paludose si dibattono le anime degli iracondi, dilaniandosi a vicenda; completamente sommersi nel fango giacciono invece gli accidiosi, rivelati solo dal ribollire dell’acqua in superficie.
Fonti: italica.rai.it