Al fermarsi dei sette candelabri i ventiquattro vecchi si rivolgono tutti al carro e al canto di uno di essi si accorda quello degli angeli nunzi di beatitudine. A questo punto appare a Dante una donna velata, vestita di bianco e avvolta in una nuvola di fiori: il poeta avverte immediatamente in lei la presenza di Beatrice e la potenza dell’amore che ella gli ha ispirato, per cui, turbato, si volge istintivamente a Virgilio per avere conforto e consiglio. Ma il maestro non è più a suo fianco e Dante non può trattenersi dal piangere la scomparsa della sua guida. Beatrice allora, chiamandolo per nome, gli intima di smettere con il tono di una madre che rimprovera il figlio. Il gelo che pervade il cuore del poeta lentamente si scioglie al sentire che gli angeli intercedono per lui presso la donna: e pur tuttavia, Beatrice continua il suo atto d’accusa contro Dante, cui però non si rivolge direttamente, ricordando come egli dopo la sua morte abbia deviato dalla retta via, dimentico di lei e attratto da false parvenze di bene, e come ella stessa abbia fatto di tutto per salvarlo dalla perdizione, compreso, ultima ratio, mostrargli l’Inferno. Ma arrivato a questo punto, conclude Beatrice, Dante, prima di immergersi nelle acque purificatrici del Lete, deve fare atto di contrizione.
Fonti: italica.rai.it