Continuando la conversazione con Forese, Dante chiede all’amico notizie della di lui sorella Piccarda e lo prega di indicargli, nella schiera dei golosi, qualche anima degna di nota. Dopo averlo informato che Piccarda si trova in Paradiso, Forese addita al poeta il rimatore Bonagiunta Orbicciani, il papa Martino IV e molti altri personaggi. L’attenzione di Dante è però focalizzata su Bonagiunta il quale gli si rivolge profetizzando al poeta il suo futuro esilio e domandando conferma del fatto che colui che gli sta dinanzi sia proprio l’autore di Donne ch’avete intelletto d’amore. Segue tra lo spirito e il poeta un dialogo tutto incentrato sul Dolce Stil Novo, al termine del quale Dante riprende a parlare con Forese che si congeda dall’amico con una profezia sulla morte di Corso Donati. Dante, Virgilio e Stazio ora trovano sul loro cammino un secondo albero, circondato dalle anime dei golosi con le mani tese verso i rami carichi di frutti. Come era accaduto per l’altro, anche da questa pianta esce una voce che ammonisce i pellegrini a non avvicinarsi e che subito dopo ricorda esempi famosi di gola punita, tra i quali quello dei Centauri alle nozze di Piritoo e Ippodamia e quello di Gedeone e degli Ebrei. A un tratto i tre poeti si sentono apostrofare: Dante vede solo un infuocato splendore, ma sente che l’angelo che li esorta a salire al settimo girone gli ha cancellato dalla fronte un’altra “P”.
Fonti: italica.rai.it