La calma è appena tornata quando improvvisamente appare ai due poeti un’anima, alle domande della quale Virgilio, come altrove, risponde, per poi interrogarla circa il terremoto. Lo spirito spiega allora che quel fenomeno si verifica ogni volta che un’anima, compiuto il tempo dell’espiazione, si è liberata dalla penitenza. Aggiunge inoltre che sua è l’anima or ora redenta. Virgilio gli chiede allora chi sia e lo spirito si presenta come il poeta latino Stazio, che, non sapendo di trovarsi al cospetto dell’autore dell’Eneide, ne intesse le lodi e se ne dichiara discepolo. Virgilio intima a Dante di tacere, ma un semplice movimento degli occhi mette in sospetto quell’anima finché la guida autorizza il poeta a rivelare la sua identità: al che Stazio, in atto di riverenza e di omaggio, fa l’atto di inginocchiarsi. Ma Virgilio lo esorta a non farlo, ricordandogli come entrambi sono solo ombre.
Fonti: italica.rai.it