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Platone
Platone nacque ad Atene, da famiglia aristocratica, nel 427 a.C. A vent’anni cominciò a frequentare Socrate, diventandone discepolo. La morte del maestro rappresentò per lui un evento decisivo. Platone si dedicò infatti alla vita politica, per lui il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male, se prima i filosofi non fossero giunti al potere. La filosofia era per lui la sola via che potesse condurre l’uomo singolo e la comunità verso la giustizia. Le sue opere furono organizzate da Trasillo in nove tretalogie, ovvero in nove gruppi di quattro scritti ciascuno. La sua attività letteraria può essere suddivisa come segue: primo periodo (scritti giovanil), secondo periodo (scritti della maturità), terzo periodo (scritti della vecchiaia).
La fedeltà all’insegnamento e alla persona di Socrate è l’elemento caratteristico dell’intera attività filosofica di Platone. Platone fa anche uso dei miti, racconti fantastici attraverso cui vengono esposti concetti e dottrine filosofiche.
Mito della caverna
Caverna oscura = il nostro mondo |Gli schiavi incatenati = gli uomini| Le catene = l’ignoranza
Ombre delle statuette = l’immagine superficiale delle cose| Sole = l’idea del bene
Le idee
Per Platone l’idea è un’entità immutabile e perfetta, che esiste per proprio conto. Esistono due tipi fondamentali di idee: le idee-valori e le idee matematiche. Con la dottrina delle idee Platone vuole offrire agli uomini uno strumento che consenta loro di uscire dal caos delle opinioni e dei costumi.
Dottrina della reminescenza
Per la conoscenza Platone ricorre alla dottrina della reminescenza, secondo cui la nostra anima, prima di calarsi nel corpo, è vissuta nel mondo delle idee, dove tra una vita e l’altra ha accresciuto la sua conoscenza; una volta discesa nel nostro mondo, l’anima, conserva un ricordo di ciò che ha veduto;
La reminescenza ha come conseguenza l’immortalità dell’anima che Platone spiega nell’opera del Fedone dove elenca tre prove:
1) dei contrari (siccome in natura ogni cosa si genera dal suo contrario, così la morte si genera dalla vita e vic. Nel senso che l’anima rivive dopo la morte)
2) della somiglianza (siccome l’anima è simile alle idee, e le idee sono eterne, anche l’anima sarà eterna)
3) della vitalità (l’anima in quanto soffio vitale è vita e non può accettare l’idea opposta cioè la morte)
MITO DI ER
Er, guerriero morto in battaglia, resuscita dopo 12 giorni e racconta agli altri uomini cosa gli aspetta dopo la morte; la parte centrale si concentra nella scelta del destino alla quale le anime sono invitate nel momento della loro reincarnazione. I tema principali del mito sono l’immortalità dell’anima e la possibilità che ogni anima ha sceglie il proprio destino in base all’esperienza che l’anima ha raccolto nelle vite precedenti
La dottrina dell’amore e della bellezza
Il sapere stabilisce tra l’uomo e le idee un rapporto che non è solo intellettuale. Tale rapporto è definito da Platone come amore (eros). Alla teoria dell’amore sono dedicati due dialoghi, il Simposio e il Fedro. Il simposio considera l’oggetto dell’amore, cioè la bellezza. Il Fedro considera l’amore nella sua oggettività come elevazione progressiva dell’anima al mondo delle idee.
Nel simposio vengono riconosciuti i diversi gradi della bellezza: in un primo momento si è attratti dalla bellezza del corpo, poi si passa a desiderare la bellezza dell’anima, poi ancora la bellezza delle istituzioni e delle leggi, la bellezza delle scienze e infine la bellezza in sé a cui corrisponde l’amore filosofico.
La natura dell’anima è simile a una coppia di cavalli alati, guidati da un auriga: il cavallo bianco è eccellente, quello nero invece è pessimo, sicché l’opera dell’auriga è difficile e penosa. L’auriga cerca di indirizzare i cavalli verso l’iperuranio, sede dell’essere autentico. Quando il cavallo si impesantisce perde le ali e si incarna, nell’anima incarnata, il ricordo delle sostanze ideali viene risvegliato dalla bellezza.
Lo stato ideale
Una delle più importanti opere di Platone è la Repubblica, che ruota intorno alla giustizia e alla formazione di una comunità perfetta. Secondo Platone la giustizia è una virtù universale e indispensabile per la nascita e la vita dello stato. La giustizia garantisce infatti l’unità dello Stato e l’efficienza dell’individuo. Nell’anima individuale Platone distingue, come per lo stato, tre parti:
-La parte razionale: che ha sede nel cervello
-La parte concupiscibile: che ha sede nel ventre ed è il principio di tutti gli impulsi corporei.
-La parte irascibile: che ha sede nel petto.
La giustizia nell’uomo si avrà quando ogni parte dell’anima svolgerà soltanto la propria funzione.
Affinché lo stato funzioni bene, Platone suggerisce l’eliminazione della proprietà privata e la comunanza dei beni per le classi superiori così da prestarsi più efficacemente alla gestione della repubblica.
L’oro e l’argento in un stato ideale dovranno essere proibiti, in quanto lo scopo di una città è il bene di tutti e non la felicità di una classe. Sia la ricchezza sia la povertà sono nocive pertanto non dovrà esistere nessuna delle due. Tutti i bambini saranno tolti fin dalla nascita ai loro genitori affinché non si sappia chi sia il proprio figlio e chi sia il proprio parente. In tal modo si vivrà come una grande e solidale famiglia.
Per Platone sono diverse le degenerazioni dello Stato:
la timocrazia: governo fondato sull’onore
l’oligarchia: governo fondato sul censo, in cui comandano i ricchi
la democrazia: nella quale i cittadini sono liberi.
La tirannide: che spesso nasce dalla eccessiva libertà di democrazia
Lo stato è sano quando ognuno attende all’attività che gli è propria, lo stato è malato quando le classi non sanno stare al loro posto e i governati pretendono di fare i governanti. La politica non è destinata a tutti, ma solo alla parte “aurea” della città.
Nella parte centrale della repubblica Platone delinea il compito del vero filosofo, filosofo è colui che ama la conoscenza nella sua totalità. Platone paragona la conoscenza a una linea che viene divisa in due segmenti che rappresentano la conoscenza sensibile e la conoscenza razionale, questi due segmenti vengono divisi a loro volta in altri due segmenti. Si ottiene così la conoscenza sensibile che comprende la congettura (ha per oggetto le ombre e le immagini delle cose) e la credenza (pistis, ha per oggetto le cose sensibili) e la conoscenza razionale che comprende la ragione matematica e l’intelligenza filosofica.
L’arte è un’imitazione di un’imitazione, poiché si limita a riprodurre immagini di cose e di eventi naturali che a loro volta sono riproduzioni delle idee.
Ultimo Platone
Nei dialoghi della vecchiaia Platone si chiede come deve essere pensato il mondo delle idee e come va concepito il rapporto tra le idee e le realtà naturali. Alla prima domanda Platone risponde con il Sofista, in cui elabora la teoria dei “generi sommi” dell’essere, cioè agli attributi fondamentali delle idee che sono cinque: l’essere, l’identico, il diverso, la quiete, il movimento. Nel Teeteto Platone cerca di definire che cosa sia la conoscenza (sensazione), riprendendo anche la tesi di Protagora secondo la quale tutto è vero. La conoscenza è Anamnesi, cioè ricordo di verità da sempre conosciute dall’anima e che riemergono di volta in volta nell’esperienza concreta. Nel Parmenide si interroga sulla teoria delle idee. Nel Filebo Platone intende stabilire che cos’è il bene per l’uomo. Il bene per l’uomo è una forma di vita. La vita umana è una vita mista, divisa tra la ricerca del piacere e l’esercizio dell’intelligenza. Ricorrendo ai concetti pitagorici afferma che il piacere è un illimitato e ad esso bisogna porre un limite, questo limite è l’intelligenza. I piaceri puri devono far parte della vita umana. Nel Timeo viene presentano il problema cosmologico dell’origine e della formazione dell’universo. Famoso è il mito del demiurgo, una sorta di entità dotata di intelligenza e volontà. All’inizio il mondo era un caos (cho’ra), il demiurgo essendo amante del bene, ordina il mondo, fornisce così alle cose un’anima del mondo e genera il tempo (immagine mobile dell’eternità).
Metafisica
Novità della filosofia platonica consiste nella scoperta di una realtà superiore al mondo sensibile, vale a dire una dimensione soprafisica (o metafisica) dell’essere. Il piano soprasensibile dell’essere è costituito dal mondo delle idee. Le idee platoniche non sono semplici concetti materiali, ma sono “entità” o “essenze” che sussistono in sé e per sé in un sistema gerarchico ben organizzato, e che costituiscono il vero essere. Al vertice del Mondo delle Idee si trova l’idea del Bene. Al livello più basso del Mondo delle Idee si trovano le entità matematiche, cioè i numeri e le figure geometriche.
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