L’Accademia dell’Arcadia, che prese il nome dalla nota regione greca del Peloponneso, è considerata non solamente come una semplice scuola di pensiero, ma come un vero e proprio movimento letterario che si sviluppa e si diffonde in tutta Italia in risposta a quello che era considerato il cattivo gusto del Barocco. Ispirata da Cristina di Svezia, nacque a Roma nel 1690. Ne furono i fondatori quattordici letterati. Uno dei fondatori è Crescimbeni, il suo programma puntava a una più semplice reazione al disordine barocco ripristinando il buon gusto. Crescimbeni puntava a raggiungere un certo classicismo con una poesia chiara, regolare di matrice petrarchesca. Gravina, altro fondatore, vedeva nell’Accademia il centro propulsore di un rinnovamento non solo letterario, ma anche culturale. Propose come modelli letterari Omero e Dante. Prevalse il programma di Crescimbeni.
Caratteri distintivi sono: il riferimento ai modelli classici (greci e latini) e al petrarchismo. I suoi membri si ispirano al mondo idillico-bucolico della Grecia antica; fanno ricorso a forme di componimenti classici in nome della semplicità, come l’epigramma, il madrigale, la canzone, l’ode. Crearono in poesia una campagna di maniera, i cui pastori erano gli stessi poeti che assumevano soprannomi ellenizzanti di pastori.