Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto il 10 febbraio 1888. Partecipa come fante alla prima guerra mondiale; finita la guerra si ristabilisce a Parigi, quindi fa ritorno in Italia, a Roma, dove ottiene un impiego presso l’ufficio stampa. Emigra in Brasile, dove insegna letteratura italiana all’università di San Paolo. Muore a Milano il 2 giugno 1970.
Opere: sul piano poetico la vicenda di Ungaretti, riconosciuto maestro e iniziatore dell’eretismo, procede da un’iniziale ribellione contro le riforme politiche tradizionali di conquistare, rinnovando il tradizionale endecasillabo.
Sul piano umano -> constatazione della solitudine del dolore dell’uomo, nell’esperienza dolorosa della propria esistenza, una strada che è comune a tutti gli uomini.
La scoperta della parola: già nella sua prima raccolta, “Il porto sepolto”, confluito poi nell’”Allegria dei Naufragi”, lo stretto legale tra poesia ed esperienza biografica.
Guerra vissuta in prima persona.
Nei temi e nella materia del “Allegria dei Naufragi” è evidente una mancata presenza biografica, visibile nell’uso insistito dell’aggettivo dimostrativo e possessivo, nell’indicazione precisa di luoghi e date di molti componenti.
Sentimento nel tempo: Ungaretti supera l’autobiografia nelle raccolte di versi successivi e cerca di dare voce ai conflitti eterni, ed a drammatici interrogativi. I temi tratti, oltre all’onore ed al mistero nella resistenza, della morte, la memoria, la poesia come capacità di riparare l’istruzione del ricordo. Ungaretti ritrova nel “Sentimento del Tempo”, il lessico ispirato alla tradizione classica, la sintassi è più articolata. Si può dire che in questa raccolta la frase sostituisca la parola.
Il dolore: il dolore, che comprende liriche. La prima raccolta raccoglie 17 liriche riguardo il figlio, Antonietto Moro: i lutti famigliari, che costituiscono più materia del poetare, comprendono anche la morte del fratello, l’unico testimone rimasto dell’infanzia del poeta. La vita appare ad Ungaretti intrisa di violenza e sofferenza e con una fine ineludibile.
Poetica: la parabola poetica di Ungaretti è denominata ermetismo; gli ermetici dicevano che la parola essenziale è piena di tutti i significati accademici e retorici, la parola pregna è invece piena di significato spirituale. Nei componenti degli ermetici prevalgono la brevità, il frammento, l’assenza della punteggiatura. La realtà non viene colta nell’apparenza, ma, per via analogica, nell’immediatezza: il verso deve fissare l’attimo