Giovanni Pascoli: nato nel 1855 a Forlì, morto nel 1912 a Bologna
Con Pascoli insieme a D’Annunzio raggiunge il suo momento più significativo la corrente del decadentismo, un movimento letterario che si è sviluppato in Francia a metà ‘800 e poi nel resto d’Europa.
Le poetiche del decadentismo esaltano le esperienze privilegiate, le forme di scrittura artificiose (complesse) che disprezzano il naturalismo (la corrente che in Italia si chiama verismo) e il Positivismo (corrente che privilegia la scienza e la religione).
Differenze tra Pascoli e D’Annunzio:
– Pascoli: ha una scrittura classica;
si interessa ad alcuni testi della cultura Europea e inglese;
simbolismo che ricerca la bellezza quotidiana;
si mantiene entro una figura tradizionale di letterato dell’800;
– D’Annunzio: più giovane di otto anni, con una cultura più moderna ed ampia;
in contatto con i modelli del simbolismo francese, ossia un tipo di poesia che attribuisce un vasto significato alle immagini ed alla bellezza della poesia;
simbolismo che punta all’innalzamento delle propria poetica;
si propone come una figura pubblica estrema che da scandalo, suscita ammirazione e crea leggende sul suo conto
La poetica del fanciullino
Pascoli rappresenta un momento di passaggio tra ‘800 e ‘900 ed è considerato l’ultimo autore classico ed il primo moderno.
La stessa poetica del fanciullino presuppone queste duplicità:
– Da un lato il fanciullino è presente potenzialmente in ogni uomo, figura piccola che sembra porsi in alternativa al superuomo di D’Annunzio;
– Dall’altro lato solo il poeta riesce a farlo emergere dentro di sé e a dare significato alla realtà che l’adulto normale in genere trascura. Quindi il poeta coincide con il fanciullino, ovvero con quella parte infantile dell’uomo che negli adulti viene soffocata dalla ragione, mentre trova espressione solo nei poeti. La poesia è il luogo in cui l’uomo da voce al fanciullino e quindi ci rivela una verità segreta che appartiene al poeta.
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