X AGOSTO: il 10 agosto 1867 Ruggero Pascoli, padre del poeta, fu ucciso da uno sconosciuto mentre tornava a casa, dove lo aspettavano i figli; nelle mente di Pascoli, dodicenne, rimase per sempre impressa l’improvvisa crudeltà di tale episodio, che rievoca in modo drammatico dopo trent’anni. Pascoli paragona la morte a quella di una rondine, uccisa senza motiva mentre tornava al nido, dove l’attendevano i suoi piccoli; il cielo assiste alle due morti con un lacrimare di stelle cadenti. L’uomo e la rondine sono simboli del dolore universale e dell’ingiustizia che regola la vita sulla terra, mentre la lontananza del cielo esprime la lontananza della giustizia dalla sofferenza umana.
ASSIUOLO: durante una notte lunare, la luna, il canto di un uccello notturno – l’assiuolo (simile ad un gufo – divengono la guida per mezzo della quale è possibile risalire attraverso le sensazioni al significato misterioso della realtà e della vita. Infatti il suo canto da una semplice voce dei campi diventa prima un singulto e poi un canto di morte. Questa poesia è l’esempio del simbolismo di Pascoli espresso attraverso le figure dell’uccello e della terminologia usata dal poeta, le metafore.
TEMPORALE: questa poesia rappresenta un personaggio al tramonto dove, tra nubi chiare (che indicano la speranza tra le difficoltà) emerge un nero casolare, ossia un rifugio tra le difficoltà dell’esistenza. È una poesia costituita esclusivamente da immagini, filtrate dai sentimenti del poeta, dove dominano le sensazioni uditive e visive, soprattutto una gamma di colori che va dal rosso del sole al tramonto bianco della nubi fino al nero del casolare. Il casolare, rappresenta il luogo sicuro ove rifugiarsi durante la propria esistenza, qualora si presentino momenti difficili che non possono essere affrontati, gestiti oppure superati.
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