La pioggia nel pineto: questa poesia rappresenta lo sciogliersi del soggetto nel paesaggio attraverso l’evidenza del rapporto sensoriale con esso, che è un rapporto uditivo. Il poeta è sorpreso con l’amata Hermione dalla pioggia nella pineta nei pressi di Marina di Pisa e si concentra sui suoni prodotti dal cadere dell’acqua sulla vegetazione e dal verso di alcuni animali.
Al di là di questo il testo rappresenta la vicenda di fusione con la natura, per cui si ha un’umanizzazione dell’uomo (verso 20). La pioggia ha inoltre la funzione di rigenerare l’anima del poeta e della sua donna (verso 26-28, 84).
Meriggio: scritto tra il luglio e l’agosto del 1902, questa poesia esprime uno dei momenti più significativi del panismo dannunziano: il poeta si dissolve nell’universo e l’universo in lui; con un contatto fisico con la natura il poeta avverte il proprio corpo come composto da elementi naturali (verso 85-88). I luoghi geografici all’inizio del poema sono indicati con molta precisione, hanno un nome e delle caratteristiche; nella seconda parte della poesia, il nome dei luoghi non conta più perché il poeta, separato dal comune destino degli uomini, vive un’esperienza sovraumana che consiste nel vivere la natura come esperienza personale.
Questo dissolvimento dell’uomo nella natura -> perdita dell’identità e il suo nome non ha più ragione di esiste (verso 99), così come il nome degli elementi naturali.
Notturno: raccolta di frammenti poetici scritti da D’Annunzio quando, tornato in Italia per partecipare alla prima guerra mondiale, fu costretto all’immobilità in seguito ad un incidente aereo. Quest’opera contiene ricordi prevalentemente di guerra, anche se in realtà il ricordo dei fatti e le sensazioni attuali si fondono di continuo. L’autore è privato del rapporto fisico con la realtà e misura la propria poesia con i ricordi.
Il piacere: primo romanzo di D’Annunzio scritto nel 1889.
-> Metà inetto
-> Metà superuomo
La sua struttura risente ancora del naturalismo, ma viene lasciato più spazio alla manifestazione del protagonista Andrea Sperelli, alter ego dell’autore, che vive una vita frivola e corrotta spiritualmente, dove l’arte è un valore assoluto che coincide con la vita.
In realtà Andrea vive questa corruzione morale con sofferenza, perché ha un carattere debole, tale da essere vittima della propria recita sociale.
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