Donatello
Con la sua lunghissima carriera fu uno dei tre padri del Rinascimento fiorentino, assieme a Filippo Brunelleschi e Masaccio, oltre che uno dei più celebrati scultori di tutti i tempi. Diede un contributo fondamentale al rinnovo dei modi della scultura, superando i modelli dell’arte romana classica, con un espressionismo nuovo e inquieto che pervade le sue opere migliori. Inventò lo stile “stiacciato”, basato su minime variazioni millimetriche degli spessori e padroneggiò molti materiali (marmo, pietra serena, bronzo, legno, terracotta). Si dedicò anche al disegno, fornendo i modelli ad esempio per alcune vetrate del Duomo di Firenze.
Particolare fu la sua capacità di infondere umanità alle opere, spesso con accenti drammatici.
Le opere principali
Crocifisso donatelliano: le sofferenza patite di tutta la vita
San Giorgio: l’unico elemento medioevale è il mantello che presenta una linea falcata. Imposta questa scultura su una figura geometrica: il triangolo. Lo scudo è formato da due triangoli, la totalità dello scudo si scompone in altri triangoli. La verticale dello scudo viene ripresa dal collo, dando fermezza morale.
Il profeta Abacuc: manifesta la visione antropocentrica di donatello; se l’uomo ha ricevuto la ragione da Dio, questa è in ciascun uomo indipendentemente dal suo aspetto fisico. Drammatico scontro tra luci e ombre.
Banchetto di erode: le arcate indicano lo spessore della parete; gli infissi dei pali la profondita; Stiacciato donatelliano: nuova plastica, deformazione delle figure che si estendono in larghezza dando un senso di drammaticità, il suonatore accompagna lo svolgersi del banchetto. La vicenda tragica si evidenzia progressimente verso i pianti anteriori: da figure compresse a figure a tutto tondo.
David: Il nudo è di origine classica, nel medioevo era peccato, nel rinascimento purezza. Levigatezza raffinata di alcune parti e l’insistenza nel curare alcuni elementi. Destinato a un luogo privato, viene adattato all’ambiente.
Miracolo della mula: rilievo con scene in larghezza divise in tre parti dai tre grandi archi (volte a botte).
Deposizione: Le figure distribuendosi in larghezza danno un ritmo disperato. Le mani alzate della maddalena generano al centro un vuoto, ciò accresce l’intensità espressiva.
Maddalena: magrezza espressa dalle linee verticali dei capelli che ricoprono il corpo nudo, del volto dal naso, i piedi si appoggiano regolarmente, gli occhi sono la chiave espressiva che danno vivacità.