Civiltà cicladica, cretese, micenea.
Le molte isole del Mare Egeo sono state abitate dal 6000 a.C.
Fino al 2000 a.C. abbiamo la “civiltà cicladica” dal nome delle isole Cicladi che compongono un arcipelago a forma di circolo; la più importante è l’isola di Delo.
Dal 2000 al 1400 a.C. vi è la “civiltà cretese” (dall’isola di Creta). Dal 1400 al 1000 a.C. vi è la “civiltà micenea” (da Micene città del Peloponneso).
L’arte cicladica
Si sviluppa nel III millennio a.C. e troviamo la stilizzazione di oggetti tratti dalla realtà; si accentuano le caratteristiche anatomiche essenziali per esempio rientranza del girovita, l’allungarsi del collo e il corpo femminile assume la forma simile a quella di un violino.
L’arte cretese
Verso il 2600 a.C. giunti dall’Asia Minore, nuovi popoli portarono l’uso del rame e la lavorazione dei metalli.
Si cominciano a vedere caratteristiche che saranno costanti nell’arte cretese: vivacità e ispirazione.
Il periodo protopalazziale
Intorno al 2000 a.C. sorsero nell’isola di Creta tre palazzi: a Cnosso, a Festo, a Mallia, il primo (il più grande) e l’ultimo (il più piccolo) nelle vicinanze della costa settentrionale, l’altro vicino alla costa meridionale.
Sono città-palazzi perché molte persone dovevano abitarvi; intorno ad un vasto cortile centrale a forma rettangolare, vi erano molti ambienti.
Alcuni vasi appartenenti a questo periodo (protopalazziale) sono detti “di Kamàres” con pareti sottili e di forma elegante. Sono dipinti con motivi tratti dal mondo naturale e con motivi geometrici, infatti quando i soggetti sono reali (foglie, rami, uccelletti) vengono schematizzati.
Il periodo neopalazziale
Intono al 1700 a.C. i tre palazzi vennero distrutti, forse da un terremoto, ma ricostruiti poco dopo più grandi e più belli. Non erano difesi da mura, ciò testimonia un periodo di pace ed erano decorati con pitture a colori vivaci. La collettività si riuniva nei cortili per assistere a giochi o a riti religiosi.
In tutto il periodo cretese non ci sono statue di grandi dimensioni, ma si raggiunge grande raffinatezza nel piccolo oggetto. Per quanto riguarda i vasi, i soggetti sono tratti dalla natura, soprattutto quella marina; famosa è la Brocchetta di Guarnià nella quale viene rappresentato un polipo immerso nell’acqua.
E’ uno stile detto “nuovo” perché posteriore a quello di Kamàres, o neopalazziale. La natura è colta nelle sue caratteristiche essenziali, tutto è in movimento.
Nel l’ affresco “Gatto col fagiano” si rappresenta il momento in cui il gatto sta per balzare addosso ad un fagiano posato in terra, troviamo il senso dell’agguato, ma manca il chiaroscuro; anche nella “Fanciulla” il colore è con un contorno netto per evitare il volume.
Verso il 1450 dopo l’eruzione vulcanica di Santorino, ha termine l’epoca dei nuovi palazzi.
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