Galli se omnes ab Dite patre prognatos praedicant idque ab druidibus proditum dicunt. Ob eam causam spatia omnis temporis non numero dierum sed noctium finiunt; dies natales et mensum et annorum initia sic observant ut noctem dies subsequatur. In reliquis vitae institutis hoc fere ab reliquis differunt, quod suos liberos, nisi cum adoleverunt, ut munus militiae sustinere possint, palam ad se adire non patiuntur filiumque puerili aetate in publico in conspectu patris adsistere turpe ducunt.19. Viri, quantas pecunias ab uxoribus dotis nomine acceperunt, tantas ex suis bonis aestimatione facta cum dotibus communicant. Huius omnis pecuniae coniunctim ratio habetur fructusque servantur: uter eorum vita superarit, ad eum pars utriusque cum fructibus superiorum temporum pervenit. Viri in uxores, sicuti in liberos, vitae necisque habent potestatem; et cum paterfamiliae illustriore loco natus decessit, eius propinqui conveniunt et, de morte si res in suspicionem venit, de uxoribus in servilem modum quaestionem habent et, si compertum est, igni atque omnibus tormentis excruciatas interficiunt. Funera sunt pro cultu Gallorum magnifica et sumptuosa; omniaque quae vivis cordi fuisse arbitrantur in ignem inferunt, etiam animalia, ac paulo supra hanc memoriam servi et clientes, quos ab eis dilectos esse constabat, iustis funeribus confectis una cremabantur
Traduzione:
I Galli affermano di discendere tutti dal padre Dite e che questa tradizione è stata tramandata dai druidi. Per questo motivo misurano la durata del tempo contando le notti, non i giorni; anche il giorno natale, l’inizio del mese o dell’anno vengono calcolati come se la notte precedesse il giorno. Per quanto riguarda gli altri aspetti della vita, in generale, si differenziano dagli altri popoli poiché non consentono ai figli di avvicinarsi a loro in pubblico prima che abbiano raggiunto l’adolescenza e siano in grado di prestare servizio militare, considerano sconveniente che un figlio in età infantile appaia in pubblico al cospetto del padre.. Gli uomini, quando si sposano, dopo aver fatto una stima dei beni portati in dote dalla moglie, prelevano dal proprio patrimonio una parte uguale di beni, formando un fondo comune. Di tutto questo patrimonio si tiene un conto indiviso e se ne conservano i frutti, che spettano tutti, insieme ai beni comuni, al coniuge superstite. I mariti hanno potere di vita o di morte sulla moglie e sui figli, e quando muore il capo di una famiglia di stirpe nobile, se la sua morte appare sospetta, i parenti si riuniscono e sottopongono ad interrogatorio la moglie, come se si trattasse di una schiava, nel caso risulti colpevole , la uccidono dopo averla sottoposta alla tortura del fuoco e ad ogni genere di tormenti. I funerali, tenuto conto del livello di civiltà dei Galli, sono magnifici e sontuosi: gettano sulla pira funeraria tutto ciò che ritengono sia stato particolarmente caro al defunto durante la sua vita, anche gli animali e, fino a poco tempo fa, venivano cremati con il defunto, con i dovuti riti funebri, anche gli schiavi e i clienti che si sapevano da lui prediletti.