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Riassunto – Canto 27° – Inferno – Divina Commedia

Non appena la fiamma che nasconde Ulisse smette di crepitare, da un’altra esce una voce dapprima confusa ma poi distinta e comprensibile quando si rivolge a Virgilio, che ha riconosciuto essere lombardo, per chiedere notizie della situazione politica in Romagna. Di fronte al nuovo peccatore, questa volta italiano,Virgilio cede la risposta a Dante, che descrive la condizione romagnola come un continuo susseguirsi di guerre fra i tiranni che dominano la regione, e illustra la geografia delle varie signorie cittadine all’anno 1300. Il dannato, credendo di parlare con un dannato che mai tornerà nel mondo a divulgare ciò che sente e vede, racconta di essere Guido da Montefeltro, da conte divenuto frate francescano per fare ammenda delle sue azioni di frode e d’inganno: ma neppure gli ordini riuscirono a proteggerlo, dato che il papa Bonifacio VIII lo indusse a peccare nuovamente promettendogli un’impossibile assoluzione anticipata in cambio di un consiglio fraudolento. Terminata la sua confessione, Dante e Virgilio si rimettono in cammino fino a giungere sul ponte della nona bolgia, nella quale sono puniti i seminatori di discordie.

Fonti: italica.rai.tv

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