Michelangelo concepisce l’arte come ispirazione interiore, la sua fonte non è la natura, ma la cultura; l’arte la identifica dunque con la vita, una lotta costantemente sofferta.
Michelangelo nasce a Caprese nel 1475, nel 1488, a Firenze entrò a bottega dal Ghirlandaio. Accolto presso il giardino di San Marco da Lorenzo il Magnifico nella sua cerchia di artisti, letterati e filosofi, assorbì quelle dottrine neoplatoniche che costituiranno una delle componenti essenziali della sua cultura, in questa accademia si imitavano modelli antichi, si studiavano le proporzioni. Lo studio della grande tradizione fiorentina, da Giotto a Masaccio, e l’interesse per la classicità sono evidenti nelle sue prime opere di scultura: la Madonna della Scala, che recupera in modo originale lo stiacciato donatelliano, e la Battaglia dei Centauri, dal marcato plasticismo (ambedue 1490-92 a Firenze, Casa Buonarroti).
Nel 1496 si trasferì a Roma. Nella Pietà di San Pietro, il tema è la pietà come presentazione triste della morte; vita e morte, riunite insieme raggiungono la perfezione divina. Si vuole amalgamare in una realtà la spiritualità cristiana e la bellezza classica. La composizione è chiusa in una piramide che, parte dalla larghezza della base, sale a spirale e culmina con il vertice, la testa della Vergine. Le numerose pieghe della veste della Vergine, hanno lo scopo, tramite il contrasto di risaltare la bellezza, finezza del corpo nudo. Maria è giovane, per Michelangelo ciò che è giovane è puro.
Ma l’opera più celebre di questo momento è il David marmoreo (1501-4, Firenze, Accademia), simbolo della libertà della Repubblica fiorentina e insieme incarnazione dell’ideale rinascimentale dell’uomo padrone del proprio destino. Le mani sono più grandi rispetto alla norma, esse sono lo strumento della ragione, è nudo perché armato solo della propria virtù.
Giulio II incaricò Michelangelo di dipingere la volta della cappella sistina: si trattava di 500 mq di superficie con storie bibliche, sibille e profeti; il pittore suddivise la superficie in settori mediante cornici, architravi e capitelli. Per quanto concerne il Giudizio Universale realizzato in 4 anni, Michelangelo non necessità più di suddividere la superficie in settori, la pittura è incentrata sulla figura di Cristo giudice che, con il solo alzare e abbassare le braccia, imprime un movimento all’intera composizione, chiamando a se gli eletti e respingendo i dannati. Questi due gruppi non presentano differenze, gli uni e gli altri sono uomini.
Paolo III incarica Michelangelo per il campidoglio. Disegna il pavimento con un motivo a quadrangoli curveggianti inscritto entro un ovale, al centro è situata la statua di Marco Aurelio, punto di riferimento della piazza, salendo per le scale i palazzi, la statua e la piazza si vengono scoprendo.