Leonardo nasce nel 1452 a Vinci. La sua cultura, non nasce dalla lettura di altri testi, dalla tradizione letteraria, ma dall’esperienza concreta. Così come la pittura, dallo studio della realtà si giunge a conoscerla, a capirla.
-A Firenze inizia l’alunnato presso il Verrocchio, la sua bottega era una delle più importanti della città dove ci si poteva incontrare e scambiare idee. Ciò che Leonardo coglie è il rapporto uomo-atmosfera, la continuità inarrestabile del moto di tutte le cose.
-La linea è il mezzo per individuare i singoli oggetti; essa serve a suggerire la presenza di alberi, di monti, degli edifici. Con la linea di circumscriptione tutto appare confuso in quanto gli occhi non mettono a fuoco ogni oggetto.
Dipinto di età giovanile è la donna il ritratto di dama e la madonna del garofano.
-La pittura per un certo modo di rappresentare l’immagine esprime idee, che passando attraverso gli occhi possono essere capite dalla mente; è poesia che si vede e non si sente.
-Durante il soggiorno milanese Leonardo si dedica all’architettura, all’anatomia e alle proporzioni del corpo umano. Di pitture conosciamo la Vergine delle rocce e l’Ultima Cena. Nella prima opera davanti a un panorama roccioso, ai bordi di uno specchio d’acqua vi sono San Giovanni, la Madonna, un angelo e Gesù, Forma piramidale con vertice la testa della Vergine. Manca il limite deciso dalla linea, sostituito dall’ombra, ciò fa apparire le figure lievemente mosse, quasi sfocate. Nella seconda l’agitazione, lo sconcerto e la discussione scaturite dalle parole di Gesù danno vita a una mobilità psicologica, ognuno reagisce in maniera diversa.
-La figura si staglia davanti a un vasto paesaggio deserto con il quale costituisce un’unità totale. Il lieve trapasso ed i piani dalla luce all’ombra, lo sfumato, la leggerissima sfocatura dell’immagine, esprimono quella palpitazione e quella penetrazione nell’atmosfera, che fanno della Gioconda una persona umana nella più alta accezione rinascimentale. Ciò spiega anche il sorriso, che esprime il rapporto d’amore tra persona e natura.
Il sorriso rappresenta la sintesi degli studi sperimentali di Leonardo, che trovano nella pittura il momento culminante. Non è tanto espressione di gioia e un sentimento transitorio, è piuttosto espressione della serena tranquillità di chi domina con la ragione. La forma della persona ritratta è piramidale, il busto è tagliato al di sotto del gomito, in modo che le braccia conserte fungano da base. Il busto, la testa e le braccia ruotano in differenti direzioni di movimento, in modo tale da conferire alla figura naturalezza ed animazione che non hanno precedenti nella ritrattistica rinascimentale. Nel rendere questa rotazione Leonardo coglie l’essenza della mobilità: l’uomo non è mai completamente immobile perché vive e, poiché respira, poiché il sangue pulsa, egli stesso scorge una continua vibrazione anche in ciò che lo circonda e che in realtà, è fermo.
La Gioconda siede davanti a un parapetto sopra al quale si intravedono, ai due lati, due colonnette sagomate. Al di là del parapetto vi è lo spazio naturale: strade, ponte, acqua, pianure, montagne. Uno spazio reso più ampio da quella digradazione cromatica che, rendendo indecisi i contorni, allontana da noi gli oggetti.