Il proemio dell’orlando furioso, costituito da quattro ottave, si apre con un doppio chiasmo per sottolineare la fusione fra il ciclo carolingio dei cavalieri, delle armi, delle audaci imprese e il ciclo bretone delle donne, degli amori, delle cortesie. Evidente è l’incipit dell’eneide di virgilio “io canto” deriva da “cano” del poeta latino. Vi sono diversi elementi paragonabili all’opera celebrativa di virgilio, Ercola prole equivale alla genus latinum, in furore e matto corrisponde invece all’ira di Achille. Le prime due ottave sono costituite dalla propositio (vv 1-12), presentazione dell’argomento e dall’invocatio (vv 13-16), con la sostituzione dell’invocazione alla musa con Alessandra Benucci, compagna della vita del poeta. Ma mentre la prima ha un tono alto e solenne derivante dall’incipit virgiliana, la seconda presenta un tono colloquiale. Nella terza e quarta ottava spicca l’ironia di Ariosto, intenso è il confronto, indiretto, di ricchezza che il poeta vuole far emergere tra lui, umile servo che può offrire solamente opere d’inchiostro, e Ippolito d’Este a cui è dedicata l’opera. Altri versi ironici sono il vv 17-18 e il vv 31-32.
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