Ludovico Ariosto nasce nel 1474, padre di Nicolò funzionario della corte estense. Dopo gli infruttuosi studi politici entra al servizio degli Estensi ed in seguito entra al servizio di Ippolito d’Este, nel 1505 compone il furioso.
L’Orlando Furioso, composto da 46 canti in ottave, ruota attorno al personaggio di Orlando, a cui è dedicato il titolo, follemente innamorato di Angelica che non ricambia però il suo amore. Il poema voleva essere la continuazione dell’incompiuto Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e la sua finalità era quella di intrattenere il pubblico della corte e celebrare le nobili origini degli Estensi, Ariosto dedicò infatti l’opera a Ippolito d’Este. L’opera è il risultato della fusione tra il ciclo carolingio, basato sul valore guerriero e quello bretone, basato sull’amore cavalleresco. Le numerose vicende non sono narrate dal narratore onnisciente tutte di seguito, ma con continue interruzioni passando da una vicenda a un’altra, questa tecnica venne presa da Ariosto dai canterini della tradizione popolare. Il poeta interviene in prima persona nel racconto per fornire un suo giudizio e per distogliere il lettore da un coinvolgimento emotivo permettendogli quindi di farlo ragionare e riflettere. I temi sono si, quello dell’amore, ma anche quello della fortuna o caso e della follia: la fortuna a differenza dell’innamorato nel furioso gioca un importante ruolo negli eventi umani, la follia è, per Ariosto, quella forza non controllabile dalla ragione che rende l’uomo disumano, essa si verifica quando l’uomo è schiavo delle proprie illusioni, Orlando dimentica i suoi doveri di paladino per inseguire Angelica. Il poeta scrive in toscano con espressioni padane. A volte usa termini di registro colloquiale per attrarre il lettore.