L’elegia indicava un componimento contraddistinto dal metro, costituito dall’elegos ed era un componimento poetico con accompagnamento musicale. Catullo è il poeta che fissa i caratteri latini del distico elegiaco, compare l’esperienza personale del poeta, in particolare quella dell’amore, dunque questo carattere soggettivo ed individuale segna il distacco dall’elegia greca ellenistica. L’amore è ciò che dà senso alla vita, non è però un amore gioioso ma è fonte di sofferenze (termini che lo connotano sono dolo, morbus, insania), il rapporto che il poeta ha con l’amata è disuguale, ed è basato sulla sottomissione alla donna “domina”, per questo la relazione amorosa è un servitium, una schiavitù.
La tendenza alla mescolanza di generi differenti venne ripresa dai neòteroi, ovvero coloro che imitavano gli alessandrini, uno di questi era Catullo che intreccia numerosi temi, dall’amore, all’amicizia al mito. Elementi che caratterizzano l’elegia sono la forma raffinata ed elegante, il carattere autobiografico e soggettivo, l’argomento amoroso.
Il poeta elegiaco rinuncia a una carriera politica e militare e si pone ai margini della società conducendo una vita in contrasto con i valori del mos maiorum che Augusto lodava (servitum amoris contro la tradizione del civis).
Iniziatore è Cornelio Gallo che compose gli Amores tra il 45 e 40 a.C. nacque nella Gallia Narbonnse nel 69 a.C. e a differenza dei suoi successori si dedica alla vita pubblica, si schierò con Ottaviano, tuttavia fu poi esiliato e si sucidò nel 26 a.C.