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Ovidio: gli Amores e l’Ars amatoria

Vita

Ovidio nacque nel 43 a.C. a Sulmona da un’agiata famiglia di ordine equestre. Egli si dedicò alla poesia. Visse a Roma in stretto contatto con la corte augustea e gli intellettuali sia del circolo di Messalla Corvino, sia del circolo di Mecenate. Si dovette separare con Fabia nell’8 d.C. per ordine di Augusto che lo esilia per sempre a Tomi. Ovidio nel Tristia racconta di essere stato esiliato per un carmen (l’Ars amatoria), e per un error (corruzione di Giulia, nipote di Augusto).

Opere

Tra le opere di età giovanile del poeta troviamo gli Amores che sono una raccolta di poesie. Accanto all’influenza di Tibullo e Properzio vi sono importanti segnali di originalità, ad esempio, importante è menzionare il fatto che non vi è più la concezione totalizzante dell’amore per un’unica donna, ma vi è l’amore per le donne.

A differenza delle opere didascaliche di Lucrezio che nel De rerum natura, decide di trattare di filosofia o di Virgilio che nelle Georgiche vuole divulgare l’ideologia augustea, Ovidio decide di comporre opere didascaliche legate al tema amoroso, attraverso il metro elegiaco. Per Ovidio l’amore è un lusus, un gioco, ed è necessario divertirsi con esso, decide, a questo proposito, di scrivere l’Ars amatoria per insegnare agli uomini come conquistare le donne e viceversa. Il poeta si pone perciò come maestro d’amore e delle buone maniere verso le donne. Nel proemio dell’opera Ovidio afferma di rivolgersi a un universo femminile di livello sociale basso e di costumi più liberi, ma dal momento che l’Ars amatoria ribaltava, comunque, i valori del mos maiorum e i costumi romani che Augusto voleva difendere, viene esiliato, dal princeps stesso, per sempre nell’isola di Tomi, nel mar Nero. Propone, dunque, una vita fatta di sensualità ed edonismo, quella filosofia che riconosce come fine ultimo dell’uomo il piacere.

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