La prima parte del canto è occupata dal dialogo tra Sordello e Virgilio: il poeta latino, riconosciuto solo adesso dal poeta volgare, parla brevemente della sua condizione di anima relegata nel Limbo per poi chiedere informazioni circa il modo per raggiungere più rapidamente possibile il Purgatorio vero e proprio. Sordello allora consiglia ai due poeti di fermarsi un poco a conversare presso un gruppo di anime che si trovano in un luogo appartato, poco distante da lì, dal momento che sta sopraggiungendo la notte, le cui tenebre impediscono a chiunque di salire. Virgilio accoglie la proposta del mantovano e poco dopo si trova con Dante in una specie di valle, ornata da fiori di mille colori diversi: gli spiriti che qui dimorano cantano il Salve Regina e sono le anime dei principi e dei sovrani, anch’essi puniti per la loro negligenza. Vengono quindi additati da Sordello ai due poeti, come in una sorta di catalogo, Rodolfo imperatore d’Asburgo, Ottocaro re di Boemia, Filippo III re di Francia, Enrico I re di Navarra, Pietro III re d’Aragona, Carlo I d’Angiò re di Napoli e Sicilia, Alfonso III re d’Aragona, Arrigo III re d’Inghilterra, Guglielmo VII marchese di Monferrato. Le figure sfilano, l’una di seguito all’altra, e per ciascuna di esse, Dante non manca di fornire, pur nella massima sinteticità, informazioni circa la loro vita, i loro avi e finanche i loro successori.
Fonti: italica.rai.it