Rivolta verso la parte orientale del cielo, Beatrice si prepara ad assistere allo spettacolo del trionfo di Cristo e dei santi del paradiso. La figura di Cristo appare come un sole dalla luce sfolgorante che illumina sotto di sé migliaia di altri splendori, i beati. Abbagliato da questa visione, il Poeta cade in un mistico rapimento, dal quale lo riscuote Beatrice per invitarlo a guardarla in tutto il fulgore della sua bellezza: ormai le forze visive ed intellettuali di Dante ne possiedono la capacità. La bellezza di Beatrice è così grande che il Poeta, ancora una volta, è costretto a procedere oltre senza descriverla. Esortato dalla donna amata Dante distoglie il suo sguardo da lei per volgerlo allo spettacolo che gli presenta l’ottavo cielo. Appare così la figura della Vergine Maria, circondata dagli apostoli. Mentre Cristo risale verso I’Empireo per non abbagliare ancora la vista di Dante, una luce discende dall’alto per disporsi, in forma di cerchio, intorno alla Vergine. E’ l’arcangelo Gabriele, che innalza un inno di lode a Maria, imitato subito da tutti i beati. In un secondo momento anche la Vergine, seguendo il Figlio, ascende all’Empireo, mentre la luce dei singoli beati si protende verso l’alto, quasi volesse seguire la rosa in che il verbo divino carne si fece. Il canto del “Regina coeli” chiude quest’ultima visione.
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