Luogo: Antinferno: ignavi
La porta d’ingresso dell’Inferno reca un’iscrizione con parole terribili di dannazione e di dolore, ma, nella più fitta oscurità, sono i lamenti dei dannati del vestibolo infernale a muovere Dante alle lacrime: la prima schiera che incontra è quella degli ignavi, i pusillanimi che per paura non seppero seguire il bene e che per viltà neppure perseguirono il male. Senza essere propriamente dannati, come contrappasso per la scelta fra bene e male che rifiutarono di fare in vita sono ora costretti a inseguire freneticamente un’insegna, mentre degli insetti pungono i loro corpi nudi e dei vermi bevono il loro sangue misto alle lacrime. Sono così spregevoli che Virgilio invita Dante a non occuparsene, e questi, benché ne riconosca alcuni, evita persino di nominarli. Quindi i due raggiungono il fiume Acheronte, dove una folla di anime attende il passaggio all’altra riva; Caronte, il traghettatore, intima a Dante di allontanarsi dato che è destinato a un altro regno ultraterreno, ma si placa non appena Virgilio indica nella volontà divina il motivo della sua presenza. Infine, la terra è scossa da un terribile terremoto e Dante perde conoscenza.
Fonti: italica.rai.it