Un martedì di primavera del 1348, mentre la peste devasta Firenze, una brigata di sette fanciulle e tre giovani di elevata condizione sociale s’incontrano nella chiesa di Santa Maria Novella e decidono di cercare scampo al contagio e all’immoralità dilagante, ritirandosi in una villa in campagna. La permanenza della lieta brigata fuori Firenze dura due settimane. Qui trascorrono il tempo tra banchetti, canti, balli e giochi, decidendo che ciascuno, nelle ore più calde del pomeriggio, racconterà una novella. Poiché si sospendono le attività il venerdì e sabato, riservati alla penitenza e a pratiche devote, le giornate di narrazione si riducono a dieci. Quotidianamente viene eletto un re o una regina cui spetta il compito di fissare un tema per i racconti, che solo a Dioneo è permesso di non rispettare. Alla fine di ogni giornata una donna recita una ballata che fa da contrappunto alla materia narrativa. Ecco gli argomenti delle giornate, i nomi dei re e alcune delle novelle più note.
I giornata (mercoledì), regina Pampinea: tema libero.
Ser Cepparello da Prato, un notaio furfante, immorale e bestemmiatore di Dio, si confessa in punto di morte ad un frate non abbastanza smaliziato, dipingendosi come uomo di tale virtù da passare per santo e, dopo la morte, essere trionfalmente onorato come tale.
II giornata (giovedì), regina Filomena; tema; fortuna e peripezie.
Andreuccio da Perugia, giovane ingenuo e inesperto ma non sciocco, nel volgere d’una notte sperimenta la scaltrezza del suo ingegno. Ingannato e derubato da una bella prostituta, si unisce ad un gruppo di ladri che vogliono saccheggiare la tomba di un vescovo. Egli non solo è capace di tenere testa ai malviventi, ma riesce a trarre profitto dalla situazione, a impossessarsi di un rubino, recuperando così il denaro perduto.
III giornata (domenica), regina Neifile; tema: ingegno e abilità.
Abile e astuto è il palafreniere della regina Teodolinda, moglie del re Agilulf. Preso d’amore per lei, di notte in assenza del re giace con la regina. Agiluf, accortosi tacitamente della cosa, ma non avendolo sorpreso, nottetempo lo cerca nel palazzo e, individuatelo mentre quello finge di dormire, gli taglia i capelli, per riconoscerlo pubblicamente il giorno appresso. Il furbo palafreniere taglia però i capelli a tutti e così sfugge al castigo del re.
IV giornata (lunedì), re Filostrato; tema: amori tragici.
Lisabetta ama, riamata, Lorenzo. Quando i fratelli di lei scoprono i due amanti decidono di uccidere il giovane e lo sotterrano fuori città. A Lisabetta, disperata per la sua assenza, Lorenzo appare in sogno e le svela l’accaduto e il luogo della sepoltura. Recatasi sul posto, Lisabetta, non potendo prendere il corpo dell’amato, lo decapita e nasconde la testa in un vaso dove pianta del basilico che innaffia con le sue stesse lacrime. La pianta cresce rigogliosa e quando anche questa le viene sottratta dai fratelli Lisabetta muore di dolore. Guglielmo Russigliene, scoperto l’adulterio della moglie con l’amico Guglielmo Guardastagno, uccide il rivale e da il suo cuore in pasto alla moglie, che venuta a conoscenza dell’accaduto si suicida.
V giornata (martedì), regina Fiammetta; tema: amori a lieto fine.
Nastagio degli Onesti è senza fortuna innamorato di una giovane. Un giorno, durante una battuta di caccia, assiste nella pineta di Classe a un evento soprannaturale: lo spettro del cavaliere Guido degli Anastagi, suicida per amore, insegue e uccide lo spettro della donna che lo aveva respinto e che aveva gioito della sua morte. La scena è destinata a ripetersi in quella pineta ogni venerdì per tanti anni quanti furono i mesi per i quali si protrasse la crudeltà dell’amata. Nastagio fa in modo che la fanciulla di cui è innamorato veda la scena e ne ottiene così l’amore.
Federigo degli Alberighi ama inizialmente non corrisposto monna Giovanna e per lei dilapida il suo patrimonio, di cui gli resta solo uno splendido falcone, cui tiene moltissimo. Quando il figlio di Giovanna gravemente malato chiede quel falcone, la madre si reca da Federigo che la trattiene a pranzo, ma non avendo nulla da offrirle cucina proprio il falcone. Commossa da tanta generosità, monna Giovanna, dopo la morte del figlio, sceglie come suo nuovo sposo Federigo.
VI giornata (mercoledì), regina Elissa, tema: motti e prontezza di spirito.
Il cuoco Chichibìo si lascia convincere da Brunetta, di cui è innamorato, a cederle una coscia della gru che ha cucinato per il suo padrone Currado Gianfigliazzi. A cena, quando il padrone nota la mancanza della zampa, Chichibìo afferma che le gru ne hanno una sola e incautamente si offre di darne prova. Il giorno seguente avvista alcune gru che dormono poggiate su una sola zampa e chiama il padrone. Ma le gru ad un grido di Currado volano via e volando mostrano l’altra zampa. Chichibìo prontamente osserva che anche la sera precedente Currado avrebbe dovuto gridare per vedere la seconda coscia. Divertito Currado depone ogni ira.
La stessa prontezza di Chichibìo ha Frate Cipolla quando si reca a Certaldo per raccogliere elemosine. Egli dichiara di aver portato con sé come preziosissima reliquia la penna lasciata dall’Arcangelo Gabriele alla Madonna. Accortosi che la penna è stata scambiata con due carboni, non si perde d’animo e narra di un misterioso viaggio durante il quale avrebbe scambiato la penna con i carboni utilizzati per martirizzare san Lorenzo e che hanno per di più la miracolosa virtù di rigenerarsi. La folla è felice e lascia offerte più abbondanti del solito.
VII (giovedì), re Dioneo, tema: beffe ai mariti.
Peronella affronta con decisione l’inatteso ritorno a casa del marito mentre è in compagnia dell’amante. Nascosto l’amante in una botte, rimprovera il marito di non provvedere alle necessità familiari e gli dimostra di essere più abile di lui nell’avere trovato l’acquirente (ossia l’amante) della botte, il quale v’è entrato dentro per vedere se sia ben salda. Uscitene la fa ripulire al marito. L’astuzia di Peronella riesce a portare a compimento simultaneamente la vendita, la pulizia della botte e la tresca con l’amante.
VIII giornata (domenica), regina Laureila, tema: beffe di vario tipo.
La beffa di Bruno e Buffalmacco ai danni dell’amico Calandrino, sciocco e credulone, viene ideata senza un secondo fine, per il solo gusto del divertimento. Essi convincono Calandrino a cercare nel torrente Mugnone l’elitropia, una pietra magica che rende invisibile chi la porta. Quando Calandrino è carico di pietre, per fargli credere di averla trovata fingono di non vederlo e cominciano a lanciare sassi a caso. Tornato a casa con le pietre Calandrino batte la moglie, che dimostra di vederlo e lo rimprovera, convinto che sia proprio lei ad annullare la virtù magica dell’entropia.
IX giornata (lunedì), regina Emilia, lema libero.
La badessa e le brache narra di una giovane monaca sorpresa di notte con l’amante e denunciata alla badessa. Quesl’ultima è in compagnia di un prete. Pressata dalle monache che chiedono l’immediata punizione della colpevole, è costretta a vestirsi al buio e per errore indossa sul capo le brache del prete anziché il velo. Scoperta, proscioglie l’accusata e le parole di biasimo si trasformano in un invito a concedersi ai piaceri dell’amore.
X giornata (martedì), re Panfilo, tema: cortesia e liberalità.
Gualtieri, marchese di Saluzzo, sposa Griselda, figlia di un contadino, e la sottopone a prove di progressiva durezza: dapprima le sottrae i figli, poi la ripudia pubblicamente, infine le ordina di ripulire la casa per la nuova sposa. Griselda sopporta ogni umiliazione con dignità e Gualtieri, vinto dalla sua fermezza, le restituisce la sua posizione di moglie e signora.