La differenza tra padre Cristoforo e Don Abbondio è basata sul carattere. Don Abbondio è un personaggio che, ritrae nelle forme più varie, tutta la sua virtù comica e le sue doti fantastiche ed umane. Don Abbondio, trovandosi costretto a vivere in una società di prepotenti, si è fatto prete senza neanche riflettere sugli obblighi e gli scopi riguardanti appunto la missione sacerdotale.
Ciò che governa il suo carattere è la paura che, unita alla coscienza della debolezza, lo rende egoista ed irragionevole e per paura non vede più la luce della verità e non segue la vita del dovere. é incapace di natura a compiere del male e questo lo differenzia da padre Cristoforo. Questi, invece, è la figura che personifica l’ideale cristiano della carità e del sacrificio. La sua esistenza è dominata dall’amore che lo fa sollecito v erso gli umili vedendo creature da avviare a vita eterna dopo il breve cammino terreno. Padre Cristoforo non si limita a dare consigli ma agisce continuamente. E per questo che è uno dei personaggi più ricchi di vicende e di atteggiamenti. Fra Cristoforo è al centro del grande motivo delle lotte fra il bene e il male dopo ilo duello avvenuto per la sua arroganza verso un signore nobile.
Il messaggio di perdono e di amore del cristianesimo, accompagna questo personaggio alla fede. La differenza tra questi due personaggi è secondo me che Don Abbondio ha paura di avere paura e quindi si racchiude in sè mentre Fra Cristoforo, dopo le vicende vissute da giovane, è sempre una persona che agisce in continuazione ed è il gran conflitto fra il bene e il male che lo affligge nel suo cammino.
La Differenza tra Don Abbondio e Fra Cristoforo
La prima differenza che si evidenzia tra i due personaggi è il proporsi in prima persona di Fra Cristoforo e il nascondersi dietro le sue paure di Don Abbondio.
Il Manzoni lo identifica con poche, ma ben riuscite frasi :
“… Don Abbondio non era nato con un cuor di Leone … “
“… un vaso di terracotta, costretto a viaggiare con molti vasi di ferro … “
Si evidenzia così la sua fragilità e la sua paura di essere schiacciato dalla forza altrui. Egli viene da una famiglia povera che lo spinge verso il sacerdozio, anche per garantirsi un discreto benessere e una vita tranquilla.
Mentre Fra Cristoforo si pone a difesa di ogni persona, sia buona che cattiva, Don Abbondio presenta una sorta di doppia faccia: con i potenti, ossequioso, sottomesso e schivo, con i deboli, autoritario.
Il suo interesse è condurre una vita tranquilla ed è disposto a qualunque cosa per raggiungere il suo scopo, mentre Fra Cristoforo, figlio di un mercante, istruito e facente parte di un Ordine, i Cappuccini, che godeva di rispetto e autorità, non usa questa sua condizione sociale per farsi strada, anzi, con il suo carattere forte cerca di far rispettare la giustizia esponendosi direttamente, non ha paura di dire quello che pensa, mentre Don Abbondio giustifica la sua debolezza, che comunque riconosce, come prudenza e come amore per la vita, si dichiara disposto all’ubbidienza quando capisce di non essere in grado di far valere le sue ragioni.
Anche fisicamente si notano differenze che quasi si rispecchiano nelle loro caratteristiche :
“ … con i suoi occhi infossati sempre rivolti verso terra, ma che spesso sfolgoravano come due cavalli condotta da un cocchiere al quale sapevano di dover ubbidire, ma che facevano ogni tanto degli gambetti per i quali venivano sgridati con una tirata di morso … “
Tipico delle persone che, anche se legate a determinati comportamenti, non rinuncino a pensare con la propria testa.
Don Abbondio invece viene descritto come un lento e goffo Prete di campagna, poco propenso ad una pronta reazione.
Confronto tra don Abbondio e fra Cristoforo
Fin dai primi quattro capitoli, emergono subito i due caratteri contrapposti di Don Abbondio e Fra Cristoforo. Queste differenze sono soprattutto legate ai caratteri dei due frati.
Don Abbondio, curato di un paesino vicino Lecco, si dimostra fin da subito una persona abitudinaria che cerca di scansare gli ostacoli, diventando anche una persona egoista.La sua caratteristica più evidente emerge nelle sue scelte; infatti ogni sua decisione è data dalla paura. Lo stesso fatto di diventare frate è stato dettato dalla paura della vita. Infatti, convertendosi, Don Abbondio si inserisce in una classe sociale agiata e protetta; quindi la sua non fu una vera vocazione, ma una scelta di comodità.
Diverso è fra Cristoforo, cappuccino al convento di Pescarenico. Si dimostra una persona umile, che si prende cura di tutti, che si adopera per gli altri per amore e che è sollecito verso gli umili.La sua scelta religiosa fu dettata dall’amore verso il prossimo e dalla fede.
I caratteri dei due frati si contrappongono nelle loro caratteristiche: don Abbondio che per paura si schiera dalla parte degli oppressori; e Fra Cristoforo che per trionfo della giustizia interviene subito non avendo paura dei prepotenti.
Anche il Manzoni volendo mettere in risalto alcune caratteristiche dei due frati, inserisce nel testo delle metafore come: “Don Abbondio non era nato con un cuor di leone” oppure “Come un vaso di terra cotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”; questo riguardo Don Abbondio. Per il carattere di Fra Cristoforo il Manzoni usa delle similitudini riguardanti gli occhi: “che sembravano come due cavalli imbizzarriti”
Questi due personaggi rappresentano i due modi opposti di intendere la vita consacrata: piccoli pregi e comodità per Don Abbondio, umiliazione e sacrificio per Fra Cristoforo.
Don Abbondio e Padre Cristoforo a confronto
Don Abbondio è un curato di campagna che non ha mai vissuto veramente la sua esistenza… E’ divenuto sacerdote non certo per vocazione, ma per comodità…Per avere un po’ di rispetto dalla società, una casa e di che vivere senza troppa fatica. E’ un abitudinario, ogni giorno fa la stessa passeggiata tenendo il breviario in mano, questo è messo molto bene in evidenza da Manzoni, il quale non vuole far altro che sottolineare ancora una volta l'”ignavia” di Don Abbondio. Dopo le minacce fattegli dai bravi (durante il colloquio con questi cercava mille modi per scappare) di Don Rodrigo, vivendo nella paura, nel terrore di essere punito dal signorotto della zona, rifiuta di celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia, prima adducendo scuse e giustificazioni di poco peso, poi confessando la verità a Renzo, senza però cambiare la propria posizione. Semplicemnte perché è un egoista, un pauroso, che tende a “scansare tutti i contrasti e cedere a quelli che non può scansare”, inoltre è vittima della sua epoca, considerato che “non era nato con un cuor di leone”… Non aiuterà mai, in niente Renzo e Lucia, né nel cosiddetto “matrimonio a sorpresa”, né nella fuga a cui i promessi sposi sono costretti. E’ nel complesso un personaggio visto negativamente da Manzoni, che molte volte si sofferma sulla critica di quest’ultimo …”non era certo un cuor di leone”, ma anche con una certa compassione. Fra cRistoforo è presentato invece in modo cmpletamente diverso… Anzitutto, sebbene di origini modeste, teneva uno stile di vita abbastanza elevato, che non lo faceva sentire differente dagli aristocratici. L’ucciosione di un signore, semplicemente per tenere la destra entrambi, sarà sicuramente una grave colpa commessa da Lodovico, il quale, comunque, pentito dell’errore fatto, si pentirà profondamente e chiederà perdono alla famiglia del morto. Manzoni sfrutta questo particolare per riallacciarsi alla dottrina cristiana (Dio perdona ogni peccatore sinceramente pentito)… Quindi il personaggio di Fra Cristoforo sarà a tutto tondo , con una enorme evoluzione nel corso del romanzo, al contrario di quanto avviene con don Abbondio, che rimarrà sempre lo stesso. Pertanto Lodovico mostrerà di assumere il proprio incarico religioso per vocazione sincera e sentita, a differenza del povero curato di campagna, e si impegnerà ad aiutare i promessi sposi nelle loro intricate vicende, permettendone la fuga, o semplicemente supportandoli moralemente. E’ il paragone di un uomo grande (Fra Cristoforo), così nonostante la grave colpa commessa che, nonostante tutto, sarà sempre dentro di lui e di un uomo “piccolo”, Don Abbondio, semplice e abitudinario; si tratta, comunque di una figura “eterna”… Quanti Don Abbondio esistono tuttora???