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Riassunto – Canto 32° – Inferno – Divina Commedia

Dante e Virgilio sono deposti dal gigante Anteo nel nono cerchio, sulla distesa ghiacciata del fiume Cocito, nella quale sono conficcati i traditori, lividi e tremanti per il freddo. Nella prima zona, detta Caina, sono puniti i traditori dei congiunti, conficcati nel ghiaccio fino alla cintola e con i visi rivolti a terra: fra questi peccatori Dante vede uniti insieme dal gelo i fratelli Napoleone e Alessandro dei conti Alberti, che ancora si dimostrano ira reciproca; quindi Camicione dei Pazzi gli indica altri traditori di parenti, Mordret che attentò alla vita di re Artù, il pistoiese Focaccia dei Cancellieri e il fiorentino Sassolo Mascheroni. Dante e Virgilio si spostano nella seconda regione di Cocito, Antenora, dove sono puniti i traditori della patria, infissi nel ghiaccio fino al volto: Dante inavvertitamente colpisce con il piede un peccatore che, nonostante le minacce del vivo, si rifiuta di dichiarare la sua identità. Viene però smascherato da un compagno di pena: è il guelfo Bocca degli Abati, che durante la battaglia di Montaperti tradì la sua parte e ne causò la sconfitta, per poi goderne i vantaggi passando ai ghibellini. Per vendicarsi Bocca rivela l’identità di chi lo ha appena denunciato, il cremonese Buoso da Duera che tradì Manfredi per il denaro degli Angiò, e fa il nome di altri suoi compagni di pena, il pavese Tesauro dei Beccaria, il fiorentino Gianni dei Sodanieri, Gano di Maganza e Tebaldello Zambrasi, ricordando il tradimento di ognuno. Infine due peccatori conficcati insieme nel ghiaccio attirano l’attenzione di Dante, che domanda la ragione per cui l’uno è intento a rodere il cranio dell’altro.

Fonti: italica.rai.tv

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