Giacomo Leopardi
Lo zibaldone dei pensieri: insieme di sue riflessioni, un diario intellettuale che annota anche episodi autobiografici della sua vita e non era destinato alla pubblicazione.
Vi sono numerosi pensieri di carattere filosofico e letterario, ma il tema più importante è il rapporto tra la natura e la civiltà. Secondo Leopardi, la natura crea un uomo capace di illudersi e destinato ad una felicità illusoria, ma la civiltà ha spiegato le illusioni rendendo l’uomo ancora più infelice. Qui, abbiamo una contraddizione spaventosa che manifesta il pessimismo cosmico di Leopardi.
Le operette morali: scritta nel 1824, costituita da 24 racconti in forma a volte narrativa ed a volte di dialogo dove confluisce il nucleo della riflessione filosofica di Leopardi: il pessimismo ed il materialismo.
Questi racconti sono morali, che da un lato vogliono abbattere le illusioni e mostrare la verità della condizione umana e dall’altro vogliono prendere coscienza della vera condizione umana.
I temi fondamentali delle operette morali sono:
– il tema del piacere, per cui il dolore della condizione umana fa sì che l’uomo si abbandoni ai piaceri materiali illusori;
– il tema della virtù, valore illusorio che genera invidia nelle altre persone;
– il tema della critica, nei confronti della civiltà umana e del mito del progresso che viene rovesciato tramite un confronto con la superiorità degli antichi
Opera di registro comico, che però rappresenta un contenuto tragico. Dal punto di vista linguistico Leopardi utilizza una lingua nazionale moderna, il toscano. Le operette morali hanno tre funzioni fondamentali:
– rappresentare senza veli la necessità del dolore umano;
– smascherare e deridere le considerazioni illusorie;
– realizzare un modello di reazione all’infelicità che consiste nella passione e nei gesti audaci, come quello poetico che anche la disperazione può consentire