Giacomo Leopardi
I canti: sono un insieme di 41 testi di varia lunghezza composti tra il 1816 e il 1837. Al loro interno possiamo distinguere tre tematiche:
– Filone romantico, con temi quotidiani e talvolta scabrosi, legati ad episodi di cronaca nera;
– Filone delle canzoni civili, dal tema patriottico, che parla del Congresso di Vienna e dei moti insurrezionali che parlano dell’unione dell’Italia;
– Filone degli Idilli, che tratta una poesia più sentimentale e soggettiva, utilizzando un linguaggio che si avvicina a quello di un colloquio intimo
L’INFINITO: inizia con un riferimento alla natura, ossia una siepe posta su un colle; tale siede impedisce la vista di ciò che c’è al di là di essa e mette in modo un processo immaginativo. Il poeta fantastica sul concetto di infinito a partire da quella situazione di limitatezza.
Leopardi immagina gli spazi, i silenzi e la quiete che si trovano al di là della siepe e si abbandona a queste sensazioni che gli fanno raggiungere un piacere indefinito.
L’ultimo verso – e il naufragar mi è dolce in questo mare – indica il prevalere provvisorio delle sensazioni sulla razionalità.
A SILVIA: composta nel 1828 ed è una canzone (quindi più lunga). Il tema della poesia riporta alla giovinezza del poeta che rievoca con tenerezza il momento in cui per la prima volta comprende il fragile destino e l’illusione umana. Egli è innamorato di Silvia e ha delle speranze di felicità assieme a lei; però questa felicità viene presto troncata dalla morte di Silvia, a dimostrazione di come l’uomo abbia un destino d’infelicità.
Silvia viene rappresentata nella sua corporeità, quali ad esempio gli occhi, le negre chiome ed il cuore, ma anche il canto di Silvia e la mano veloce.
Leopardi evoca tutti i sensi, la passione è molto forte; lo smarrimento delle illusioni portate dalla sua morte è terribile.