Il bravo riferisce all’innominato che il motivo dell’allegria della gente in strada è la visita pastorale del cardinale Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano. L’ innominato si chiede cosa possa avere quell’uomo per far felice tanta gente , e decide di recarsi da lui per cercare sollievo ai suoi tormenti. Prima di uscire, si reca nella stanza di Lucia ancora addormentata, e dice alla vecchia di informarla che al suo ritorno farà qualsiasi cosa lei voglia, lasciando esterrefatta la serva. Giunto nel paese, si reca in casa del curato dove si trovano il cardinale insieme agli altri ecclesiastici in attesa della funzione , e si rivolge al padre cappellano chiedendo di essere ricevuto dall’alto prelato.
Federigo nasce da una delle più illustri famiglie lombarde, della quale fa parte anche il vescovo di Milano, Carlo Borromeo, beatificato pochi anni dopo. Fin dall’infanzia pone attenzione al rispetto dei principi cristiani. Adolescente, Federigo sceglie la vita consacrata e, nel collegio di Pavia, si dedica allo studio, alla catechesi e ad opere di carità. La sua vita è un esempio di fede e di profonda umiltà. Nominato vescovo di Milano, Federigo continua, malgrado la prestigiosa carica, la sua scelta di vivere all’insegna della povertà e della carità. All’impegno pastorale aggiunge quello culturale, fondando la biblioteca Ambrosiana: un’istituzione innovativa che fa del suo fondatore un precursore dei moderni uomini di cultura. Il carattere mite e affabile completa poi il ritratto morale di Federigo, facendone un esempio di vita cristiana, pur non privo di difetti sotto il profilo delle opinioni in materia di scienza e cultura.