Gabriele D’Annunzio nato nel 1863 a Pescara, morto nel 1938 a Garda
È uno dei pochi scrittori italiani ad avere fama europea perché spettacolarizza continuamente la propria vita. Egli rilancia il mito del poeta vate, rinnovando quindi l’idea della poesia come privilegio assoluto.
Egli è infatti un culture dell’estetismo, che riprende le teorie francesi dell’arte per l’arte, in quanto mette l’arte e la bellezza al centro dell’esistenza, come sostituti dei valori tradizionali.
Un altro aspetto della sua poesia è il simbolismo decadente, ossia la ricerca di continue corrispondenze tra l’uomo e la natura, vista come forza animata in cui identificarsi.
D’Annunzio prova avversione nei confronti della società e della degradazione sociale subito dalla figura dell’artista, ma egli è il primo a sfruttare i meccanismi dell’industria culturale per farsi conoscere.
Questa contraddizione viene risolta facendo coincidere arte e vita, bellezza e merce, riducendo la sua persona a pura esteriorità.
Raccolte letterarie: Il poema paradisiaco, le Laudi, Alcyone.
Il poema paradisiaco: è un poema che narra il distacco del protagonista dalla sfera erotica e il suo riavvicinamento alle famiglia e i sentimenti puri per l’infanzia. È centrale il tema del ricordo, con un lessico meno elevato e più diretto. Questo avviene perché quest’opera rappresenta una pausa di riflessione del poeta, su cui si riflette la lezione del simbolismo francese + portato all’analisi dell’interiorità che ai propositi eroici.
Le Laudi: insieme di poesie unificate dal tema del viaggio, che ha come centro la Grecia del mito, incontro di storia e natura. Sul piano culturale questo tema esprime un’esigenza di novità e di sperimentazione verso nuove conquiste (il primato del corpo e del piacere, che rovescia i riferimenti religiosi della morale) e verso nuove forme di espressione (il verso libero).
Alcyone: è il terzo dei 7 libri delle Laudi, diviso in cinque sezioni per un totale di 88 testi. Dopo la fase eroica e civile dei primi due libri delle Laudi, Alcyone vuole essere una tregua del superuomo: l’atteggiamento tipico del superuomo volto al dominio e al possesso rimane inalterato, ma questo dominio viene ora trasportato dalla società alla natura tramite il panismo, tramite il quale il soggetto si assolve nella natura, si fonde in essa assumendo l’identità del paesaggio circostante. Perché la natura possa svolgere una funzione tanto privilegiata, è necessario restituirle quella purezza che il mondo moderno ha distrutto: ciò è possibile solo attraverso il recupero del mito. Ciò che permette di stabilire il contatto tra l’Io e la natura è la parola poetica e il privilegio artistico di poterla raccontare.
Può interessarti anche: